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Licciardi

Parmenide tràdito, Parmenide tradito nel Commentario di Simplicio alla Fisica di Aristotele

Saggio introduttivo, Raccolta dei testi in greco, Traduzione e Commentario
Academia,  2016, 576 Seiten, broschiert

ISBN 978-3-89665-691-9


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Das Werk ist Teil der Reihe Symbolon (Band 42)
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Questo libro di Ivan Adriano Licciardi su Parmenide nel Commento alla Fisica di Simplicio colma una vistosa e per certi aspetti paradossale lacuna negli studi sul Neoplatonismo: sebbene Simplicio (VI sec. d.C.) rappresenti una delle fonti più importanti per la ricostruzione del poema di Parmenide (costituisce l'unico testimone dei celebri frr. 6 e 8), manca a tutt'oggi uno studio approfondito dedicato alla sua interpretazione della figura di Parmenide e in generale della filosofia eleatica.
Il lavoro di Licciardi, accurato dal punto di vista filologico, ben documentato sotto l'aspetto storiografico e dotato di acume filosofico, costituisce dunque un contributo prezioso, e per più di un aspetto seminale, su un nodo strategico della trasmissione e della ricezione del pensiero di Parmenide. L'ipotesi interpretativa che regge l'impianto storiografico di questo studio è che il Parmenide tràdito di Simplicio sia contemporaneamente un Parmenide tradìto. In effetti, Simplicio si impegna a promuovere un'immagine di Parmenide che risulti omogenea alla strategia concordista che attraversa una larga parte del tardo neoplatoni-smo pagano. La sostanziale convergenza tra Platone e Aristotele viene estesa da Simplicio anche a Parmenide, al quale egli attribuisce un'attitudine filosofica che anticipa il bi-mondismo formu-lato da Platone. Come già prima di lui aveva fatto Plutarco di Cheronea, anche Simplicio attri-buisce a Parmenide la formulazione dell'opposizione 'platonica' tra intelligibile e sensibile; sul-le orme di Plotino Simplicio interpreta il monismo ontologico di Parmenide, ossia la concezione dell'essere-uno, come una prefigurazione della seconda 'ipotesi' dell'esercizio del Parmenide platonico, dove vengono esaminate le conseguenze a partire dall'uno che è. Del resto la stessa critica che Aristotele muove a Parmenide e all'Eleatismo viene fortemente indebolita da Simplicio, che la piega alle esigenze della sua attitudine concordista. Il risultato di una simile operazione è, come spiega bene Licciardi, che il Parmenide di Simplicio non è né quello storico, né quello 'platonico', ossia quello messo in scena nel Parmenide, e neppure quello 'aristotelico', cioè quello contenuto nel I libro della Fisica.
Franco Ferrari

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